"Bocciata di nuovo una mozione presentata da FdI. La maggioranza dimostra poca attenzione e sensibilità ai temi della politica nazionale. Dimostra di essere solo una sommatoria di voti senza essere ispirata da  nessuno spirito ideologico. Ciò che li tiene insieme è solo la gestione della cosa pubblica.Come può un paese essere governato senza nessun credo politico. Eppure questa volta si parlava di garantire costituzionalmente la lingua italiana". Il commento del consigliere comunale di FdI di Santa Maria a Vico, Igino Nuzzo, alla bocciatura della sua mozione, presentata all'ultimo consiglio comunale, che aveva ad oggetto la  riduzione dell'eccessivo uso di anglicismi nella comunicazione istituzionale. All'assessore alla P I, Clemente Affinita, il compito di motivare la bocciatura:

"Grande eco e pubblicità è stata data alla proposta di legge costituzionale di Fratelli d’Italia perché venga riconosciuto l’utilizzo esclusivo della nostra lingua negli atti del Parlamento, della pubblica amministrazione e degli enti locali. In realtà l’italiano già è stata confermata lingua ufficiale della Repubblica Italiana (benchè non in costituzione), conseguenza della legge ordinaria n. 482 del 15 dicembre 1999, la quale stabilisce all’art. 1 che la lingua ufficiale della repubblica è l’italiano. Di contro l’art. 6 della carta fondamentale, tutela le minoranze linguistiche, quindi è evidente che quella italiana è la più parlata, di conseguenza è la lingua ufficiale. A sostegno di questo, interviene lo Statuto di Autonomia della Regione Autonoma Trentino￾Alto-Adige che con DPR n.670 del 31 Agosto 1972 (avente valore di legge costituzionale) ha sancito all’art. 99 che quella attuale è la lingua ufficiale dello Stato Italiano. Certo sarebbe auspicabile da parte dello Stato centrale, intervenire per mettere fine definitivamente a questo equivoco, anche se ci risulta ben chiaro la questione. Questo è per quanto attiene alle leggi, forse l’aspetto più appariscente della presenza di anglicismi in italiano, non è quello dell’uso occasionale, né la presenza e l’utilizzo di parole inglesi in certi settori tecnici o nella denominazione di nuovi strumenti , fatti questi, benchè in varie misure, in tutte le lingue. Quel che colpisce è la fortissima presenza degli anglicismi integrali nei mezzi di comunicazioni scritti, cioè nella stampa italiana, aspetto che non trova paragone nei mass media di nessuna delle altre lingue romanze. Tra l’altro anche la stessa on. Meloni che lanciando sui social la proposta, ha usato l’inglesino hashtag al posto del nostrano cancelletto! In conclusione non credo tocchi a noi risolvere questo dilemma, ma al governo, magari rinforzando quegli strumenti atti a potenziare e valorizzare la lingua italiana , una per tutte ( per esempio ) il ritorno allo studio del latino nella SSI". Non spetta al Comune di Santa Maria a Vico, ma nulla vieta che si  potrebbe iniziare ad evitare nelle comunicazioni ufficiali l'uso di termini inglesi, che non tutti conoscono.