San Felice a Cancello.Bruciano ancora le colline
sanfeliciane.
Ogni anno la stessa sorte: immense aree boschive arse
tra luglio ed agosto. La fortuna di avere un
immenso polmone verde brucia via ogni anno
a causa della mano dell’uomo. Seppur per incuria,
per mancanza di manutenzione, per inciviltà ,
,senza arrivare per forza
a motivazioni dolose e criminali che pur esistono,
dietro ogni incendio c’è sempre la mano dell’uomo.
La politica, però, se ne lava le mani. Ogni anno,
a ridosso dell’estate, arrivano puntuali
provvedimenti
regionali, ordinanze sindacali e provinciali che
vietano
appiccamenti di fuochi per pulizia dei fondi o
obbligano
alla manutenzione, al decespugliamento e alla
rimozione
dei rischi, ponendo oneri e costi a carico dei
proprietari.
Poi, però, nessuno controlla se ciò avviene. Per legge,
poi, l’ufficio tecnico ogni anno dovrebbe relazionare
al consiglio comunale la situazione relativa agli
incendi;
aggiornare, quindi, il catasto dei terreni bruciati che non
potranno più essere utilizzati sia per le colture che per
la pastorizia. E mentre ci si lava la coscienza con
provvedimenti tutti formali e virtuali, la collina brucia
senza che nessuno muova niente. Anche la gestione
stessa degli interventi è lacunosa, perché la
competenza è della forestale, la cui base operativa
è ben distante;
quando, invece, la situazione precipita e il pericolo
si avvicina troppo a persone e cose allora partono
i mezzi dei vigili del fuoco. Vista però le periodicitÃ
di tali incendi, perché non chiedere a viva voce un
distaccamento della forestale presso il nostro territorio,
magari nei manufatti dismessi dell’ex acquedotto?
Perché non prevenire il tutto obbligando alla
manutenzione
e decespugliamento chi dovrebbe farlo comminando
anche le sanzioni previste? Perché non interdire
realmente
i terreni arsi a volture e pastorizia? Bisogna intervenire
fin da subito e non aspettare il prossimo anno; il rischio
è ora, il rischio è sempre.