Sulla questione mense scolastiche interviene

 l’associazione Mossca. 

«Abbiamo appreso da organi di informazione 

- comunica Clemente Mormile, presidente di 

Mossca - che sarebbe giunta alle Dirigenti

 Scolastiche dei due istituti comprensivi di 

San Felice a Cancello, una nota a firma del 

sindaco Giovanni Ferrara che annuncia

 l’impossibilità di garantire per il prossimo

 anno scolastico il servizio di refezione,

 a causa del dissesto finanziario.

 Se la cosa fosse confermata 

rappresenterebbe un grave errore. 

In primo luogo perché la mensa è

 un servizio e come tale deve essere 

coperto al 100% dagli utilizzatori;

 significa che rimane a totale carico 

delle famiglie, salvo l’eventuale esenzioni 

e riduzioni per le famiglie in difficoltà, solo 

però se previsto come indirizzo politico». 

Quindi per l’Ente Comune non devono 

(sottolineiamo devono) esserci costi per 

il servizio refezione. Un po’ come quando

 si va a fare la carta d’identità: il cittadino 

paga fino all’ultimo centesimo il servizio, 

senza alcun impegno spesa per il

Comune.

«Secondo e non meno importante motivo - 

continua Mormile - la mensa scolastica 

garantisce il pieno godimento del diritto 

allo studio e diritto alla salute. Occorre 

dunque riformare la mensa scolastica da

 servizio a domanda individuale a servizio

 pubblico essenziale assicurando, nelle more, un monitoraggio istituzionale per verificare sistematicamente 

se e come viene garantito su tutto il territorio 

nazionale l’accesso alla mensa». 

Dando una semplice occhiata alle iscrizioni

 relative alla sola Infanzia per l’anno 

scolastico che si aprirà, è facile leggere 

una fuga dalla scuola pubblica in favore di 

quella privata o delle scuole di territori vicini.

 La pandemia ci ha messo del suo; la scelta 

di non dotare gli istituti sanfeliciani 

della mensa ha dato la mazzata finale, 

con difficoltà in alcuni istituiti a formare le

 classi.«Il tempo mensa è tempo scuola -

 afferma il vicepresidente di Mossca, Michele 

Affinito -. Abbiamo dunque bisogno di una 

mensa e di una scuola che educhino i 

bambini e le loro famiglie ad alimentarsi 

con cibo sano. Non si può parlare di mensa 

scolastica senza parlare di educazione 

alimentare e non si può fare educazione 

se non con un cibo buono e una dieta 

equilibrata. Qualità ed educazione 

rappresentano un binomio inscindibile

 basato su diritti inalienabili dei bambini 

riconosciuti dal nostro paese».

In conclusione, arriva l’invito diretto da parte

di Mossca all’amministrazione comunale.

«Se fosse confermata la nota - concludono 

da Mossca - invitiamo il sindaco Ferrara, 

magari proprio per tramite della neonominata

 assessora Maiorino che conosce e vive le 

dinamiche della scuola, a rivedere la propria

 posizione e porre in essere fin da subito tutte

 le iniziative, dai permessi amministrativi e 

sanitari alla predisposizione della gara 

d’appalto pubblica, perché il servizio mensa

 possa partire fin dal primo giorno di scuola».