Esprimiamo viva preoccupazione per la ventilata possibilità che il Mef venda il 30% delle quote azionarie di Poste Italiane in suo possesso. L’eventualità sarebbe emersa, come i sindacati di categoria hanno segnalato in un comunicato congiunto, a seguito di un incontro tra il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti e le sigle sindacali.

Non serve rammentare cosa significhi un’ulteriore privatizzazione di Poste Italiane, ovvero l’avvento di investitori da qualunque parte del mondo su un capitale italiano ricco di storia, gli interrogativi sul futuro dei lavoratori e delle loro famiglie, la probabilità di perdere alcuni servizi fondamentali o che questa azione si ripercuota sui piccoli risparmiatori.

Crediamo fortemente che la politica debba fare la sua parte e per questo ci siamo messe in ascolto del territorio, facendoci portavoce delle criticità, al fianco dei lavoratori, e lanciando un appello a chi ci governa, affinché ritorni sui suoi passi e abbandoni quest’idea benché solo ventilata.

È impensabile che lo Stato venda delle azioni di un’azienda che chiude già a marzo di ogni anno con gli utili in positivo. O che si voglia trascurare il benessere del motore dell’azienda, ovvero i lavoratori. Non dimentichiamo che Poste Italiane nasce come servizio alla cittadinanza nel terzo settore e molti dei servizi erogati sono rivolti al sociale. Basti pensare anche solo al Progetto Polis per il rilancio dei territori.

Ci auguriamo che le preoccupazioni espresse vengano prese in considerazione.


Luigia Martino - presidente

Simona Fracasso - vicepresidente

Sezione di Italia Viva provincia di Caserta