Una ricerca congiunta dell’Adnkronos e
dell’Expleo sullo stato della sanità italiana
fino al 2019 mette in luce alcuni dati,
Raffaele Diglio, già dirigente UGL Sanità per
le province di Milano, Monza Brianza e Lodi,
"È doveroso commentare".
Questi mesi di pandemia abbiamo toccato
con mano che senza personale non si può
garantire un’adeguata offerta sanitaria che
sappia far fronte a un’emergenza come
questa, che la sanità territoriale è cruciale
per non riversare tutto il peso sugli
ospedali, e che la qualità dell’assistenza
sanitaria non si può misurare solo in termini
di medici specialisti (ospedalieri e non)
presenti sul territorio. Gli infermieri e
gli
operatori socio sanitario sono
fondamentali, e nel prossimo futuro lo
saranno sempre di più. La loro carenza è
stata esacerbata durante il picco
dell’epidemia, considerato che molti di loro
stessi sono stati contagiati dal virus.
dice - Raffaele Diglio - in base alla ricerca
congiunta dell’Adnkronos e dell’Expleo,
l’Italia si pone al decimo posto tra le
nazioni europee. Un dato che ci pone in un
limbo che certifica la necessità di
implementare il numero di professionisti
impiegati nel SSN. Un’operazione possibile
solo facendo seguire fatti concreti alle
buone intenzioni dichiarate grazie allo
stanziamento dei fondi del Pnrr. Serve uno
sblocco totale del turn-over per assumere,
con contratti a tempo indeterminato che
contengano le adeguate garanzie
economiche e normative, anche per far
fronte allo sviluppo della Medicina
Territoriale essenziale per un nuovo modo
di intendere la sanità. È chiaro come
l’esperienza e la professionalità vadano
tutelate ma occorre anche predisporre
ricambio generazionale importante per
aprire la strada del mondo del lavoro ai più
giovani. Diglio analizza anche il fenomeno
del Turismo Sanitario. Da anni un’Italia che
marcia a velocità differenti nel garantire il
diritto alla salute dei cittadini. L’esodo dalle
regioni del sud verso strutture del centro o
del nord non si arresta, con Lazio,
Lombardia ed Emilia-Romagna che
rimangono le mete più gettonate. È un’evidenza negativa. I pazienti dovrebbero
veder garantita la possibilità di cure nelle
proprie città o regioni senza dover ricorrere
a viaggi verso altre mete. Anche in questo
caso sarà importante dar seguito
all’annunciato potenziamento della
Medicina Territoriale. Bisognerà farlo in
fretta, anche per dotare la sanità italiana di
nuove armi per combattere e vincere le
sfide del futuro, conclude Diglio.