Santa Maria a Vico. San Marco Trotti ha messo in scena, domenica 2 aprile, un viaggio di emozioni itinerante, gli ultimi momenti della vita di Gesù. La drammatizzazione,voluta fortemente e con grande entusiasmo dal parroco Don Michele Grosso,inizia proprio dalla Chiesa di San Marco dove va in scena l'Ultima Cena.Tutti i protagonisti, figuranti e narratori sono giovani, uomini e donne che vivono la quotidianità del loro paese. In un'atmosfera idilliaca, Gesù insieme ai suoi discepoli si dona al mondo nell'Eucarestia,istituisce il Sacerdozio volgendo il suo sguardo all'impegno verso i poveri e gli ultimi come testimoniato dal momento della lavanda dei piedi. Il viaggio,poi, è un susseguirsi di attimi straordinari, di una profondità disarmante. Gesù, in via Monticelli, in quello che rievocherà l'orto degli ulivi della Sacra Scrittura,viene tradito da Giuda e arrestato come un malfattore.Successivamente giudicato davanti al Sinedrio e da Ponzio Pilato,in Piazza Padre Pio, Gesù diventa vittima di gesti disumani.Egli soffre ad ogni frustata del Centurione romano, ad ogni insulto di re Erode, ad ogni abuso di potete dell'imperatore Pilato.Le vie di San Marco accolgono Gesù,caricato della croce,nel suo peregrinare verso il Calvario.La Veronica gli asciuga dolcemente il volto trasfigurato in piazza Madonna dell'Abbraccio.Le pie donne lo incontrano nella II Vinella e con il loro canto sono il preludio della fine.La tenera Madre Maria stenta a riconoscere il figlio ormai sfiancato dalle torture che sotto il peso delle sofferenze cade alla rotonda di piazza dell'Unificazione dove ad aiutarlo ci sarà un tale Simone di Cirene detto il Cireneo. Il momento della Crocifissione realizzato nel campetto di via Chiesa è il culmine dell'intera rappresentazione: morto Gesù, il mondo gli riconosce il suo essere Figlio di Dio che con la Resurrezione ha liberato il mondo dalle tenebre. Rievocazione unica, scene commoventi per i tantissimi spettatori presenti a San Marco, che hanno sperimentato grazie a questo stupendo gruppo parrocchiale la bellezza di essere testimoni della Settimana Santa. Numerosi anche i bambini affascinati dai figuranti a cavallo,dalle guardie in abiti dell'epoca, Ebrei e Romani. A tal proposito un plauso va alle sarte locali che hanno realizzato abiti che resteranno quale patrimonio dell'intera comunità di San Marco. Che dire? bravi ragazzi, grazie Don Michele, grazie San Marco.
Anna di Nuzzo.