Raffaele Diglio, già segretario provinciale UGL Sanitá di Milano Monza Brianza e Lodi, commenta il principio della centralità del SSN.
"La centralità della persona costituisce uno dei cardini dell'ordinamento costituzionale italiano ed il diritto alla salute ne realizza un elemento caratterizzante. Paziente al centro del SSR? sembra più accerchiato del SSR.
La centralità del paziente è uno degli obiettivi principali del Servizio Sanitario Nazionale.
Mettere il paziente al centro significa migliorare la comunicazione ed essere pronti ad ascoltare non solo i suoi bisogni, ma anche le sue richieste e le sue paure.
Mettere il paziente al centro significa abbattere le rigidità del SSR, da sempre organizzato in silos e non attorno alle esigenze del paziente. Un percorso di cura personalizzato deve infatti essere cucito sull’utenza e non sulle necessità amministrative.
Il SSR pubblico ha un futuro se cambierà i suoi modelli operativi, di una gestione politica sbagliata.
Pensare al futuro del SSN/SSR significa rivedere cosa ha davvero funzionato, e cosa meno.
Ovviamente significa decidere verso quali nuovi confini spingerne una sua necessaria ed inevitabile riorganizzazione, formale e sostanziale, partendo da alcuni principi:
Centralità del PAZIENTE , ovvero organizzare in senso trasversale, abbattendo definitivamente tutti i sistemi politicizzati esistenti, il percorso di cura che segue le sue esigenze, e non obbligarlo ad adeguarsi alla offerta di servizi.
Offerta resa, da decenni, rigida e complicata in accesso, ripensando agli esiti di SALUTE bisogna rendere il paziente “CENTRALE”, accettandolo con tutti i suoi diversi e complessi bisogni, essere in grado di fornirgli risposte differenziate, ovvero smettere di dare risposte uguali a bisogni diversi e quindi individuare cosa serve a quello “specifico” paziente ed essere in grado di fornire esattamente quello che serve a lui “niente di più e niente di meno”;
Rivedere e azzerare i “costi della non qualità”, ovvero tutte la attività che costantemente non producono valore, ma consumano solo risorse per fare bene cose inutili o sbagliate.
Questo vuol dire affrontare il tema della “appropriatezza”
Rivedere in modo integrale i sistemi di pagamento delle prestazioni, prendendo in considerazione l’intero percorso del paziente, in modo da rendere sostenibili i servizi sia ospedalieri che territoriali.
Nel PNRR si interviene con importanti risorse e proposte programmatiche nella riorganizzazione degli ospedali italiani sia dal punto di vista delle dotazioni tecnologiche per diagnosi e terapie, che dal punto di vista dei processi di “condivisione informativa” in una logica di approccio 4.0, ovvero di integrazione delle basi dati esistenti nelle aziende sanitarie.
Ma l’ospedale deve anche innovare verso modelli organizzativi che lo portino a connettersi e integrarsi con strutture e reti territoriali e a lavorare per “reti cliniche”, ospedale, territorio, acquisendo agilità e flessibilità operative. al fine di stabilire una volta per tutte qual è il “flusso del paziente” e permettere ai DEA di primo e secondo livello di poter gestire non solo l’entrata dei pazienti, ma soprattutto la loro dimissione a domicilio o nel territorio. Questo potrà avvenire solo e soltanto se si arriverà ad una direzione del processo di cura unica e non frammentata tra diversi decisori politico amministrativi. Il SSR deve progettare ospedali flessibili ed agili, sostenibili e centrati su pazienti e operatori. Il SSR ha bisogno di processi chiari e obiettivi certi, per questo la centralità del paziente, se ben gestita ed interpretata, può rappresentare anche un investimento virtuoso in termini di tempo e costi. Siamo ancora in tempo per invertire la rotta, in caso contrario rischiamo di registrare un fallimento epocale dove a perdere saremo tutti".