Valle di Suessola. Riesplode il caso cava di Durazzano, a seguito della sentenza  del Consiglio di Stato che   ha  riconosciuto viziata la procedura di istituzione del Parco Urbano intercomunale Dea Diana. Si susseguono gli incontri -  l’ultimo si  tenuto nel comune capofila Santa Maria a Vico -  per trovare una linea comunitaria tra i 9 comuni che ne fanno parte: Santa Maria a Vico, Airola, Arienzo, Arpaia, Cervino, Durazzano, Forchia, Maddaloni e Sant’Agata de’ Goti. La notizia non è di questi giorni, la data della sentenza è del  23 giugno 2020, è stata pubblicata dopo 90 giorni ma gli “addetti ai lavori” ne erano a conoscenza. Non è il caso di alimentare polemiche sul pericolo che incombe sulla valle, ma ci chiediamo perché è calato il silenzio durante il periodo elettorale, periodo forse più adatto per gridare il no della Valle di Suessola e parte della Valle Caudina alla cava da realizzare nell’ area individuata dalla Regione Campania, con delibera di Giunta (la numero 775) del dicembre 2012, ovvero Fossa delle Nevi. L’iter giudiziario è ormai concluso, resta da percorrere quello politico e lo spiega, in maniera chiara ed esaustiva, in un comunicato – che vi riproponiamo -  il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Alfonso Piscitelli.

 

“Con la sentenza n. 5482/2020, il Consiglio ha stabilito che il comparto estrattivo, essendo stato programmato anteriormente, prevale rispetto all'iter del Parco Urbano.

Ma i magistrati amministrativi hanno anche dichiarato che, allo stato, la Moccia s.r.l. non può essere autorizzata né direttamente concessionaria dei terreni per l'attività estrattiva: "qualora la Regione ritenesse di avviare la procedura per la concessione estrattiva, dovrebbe, quindi, avocare al patrimonio indisponibile i terreni di estensione sufficiente a formare il lotto minimo di coltivazione, per poi indire una gara pubblica a cui la ricorrente (Moccia s.r.l.) potrebbe, in astratto, partecipare in condizioni di parità con gli altri operatori interessati" (TAR Campania, sentenza n. 2921/2019).

Cosa significa questo? Significa che il Giudice amministrativo, pur facendo salvo il comparto estrattivo programmato, ha rimesso alla volontà della Regione Campania la scelta di procedere in concreto per la Cava: la partita, dunque, torna ad essere politica.

Per quanto mi riguarda, resto disponibile, come lo sono sempre stato, a fare fronte comune con i cittadini, le associazioni e le istituzioni per perseguire due obiettivi:

1. diffidare politicamente la Regione Campania dall’avviare la procedura di concessione estrattiva, considerato che la stessa Regione, pur tardivamente, si è espressa a favore del Parco Urbano "Dea Diana" nel 2016;

2. proporre un modifica al P.R.A.E. (Piano Regionale Attività Estrattive) in modo che venga definitivamente dismesso il comparto estrattivo programmato a Durazzano, rimettendo tutto in gioco anche per il Parco Urbano.

Se remiamo tutti nella stessa direzione, come mi auguro che succeda, possiamo fare ancora in modo che la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini prevalga sull’interesse di pochi”